Codacons denuncia regione lazio e ministero della salute

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Il Codacons denuncia la regione lazio e il ministero della salute per il penoso caso del paziente morto di cancro all’ospedale San Camillo a  Roma. Si tratta di una vicenda triste non certo unica che implica la sanità romana e non solo. Un malato terminale vien lasciato morire in un corridoio fatiscente dell’ospedale, sotto gli sguardi indiscreti di una folla impegnata in attività di attesa o ristorazione.  La totale e vigliacca svalutazione della dignità umana no è certo limitata a questo evento, ma questo caso ha trovato miracolosamente l’attenzione dei media. Probabilmente perchè quelle “telefonate” che inibiscono la corretta informazione sono arrivate in ritardo rispetto alla notizia. Ecco apparire in modo improvviso sui media il mondo reale per ciò che è, piuttosto di come lo si vuole rappresentare. Secondo i rappresentanti del Codacons ogni giorno nei pronto soccorso dei nosocomi romani si registrano situazioni ben oltre limite della decenza. L’assistenza sanitaria pagata da tutti con la tassazione, viene fornita poco e male, spesso dopo attese infinite, con i pazienti umiliati e abbandonati. In particolare colpisce la violenta trascuratezza con la  quale la sanità pubblica si dedica agli anziani, ovvero coloro che sono più deboli e non possono spesso neppure protestare.

A seguito del fatto che la notizia sul decesso al S. Camillo è sfuggita di mano e ha trovato di conseguenza ampio spazio sui media, il ministro della salute ha disposto una ispezione al S.Camillo. Un modo ormai consolidato di poco fare, evocando l’impressione di una presenza dello stato. La colpa del degrado in cui versa la sanità romana non è attribuibile al personale medico e paramedico, costretto a lavorare spesso in condizioni impossibili e per una remunerazione similiare a chi in uno dei tanti ministeri romani altrettanto percepisce,  spesso per ottemperare al “nulla”. La sanità è guasta nella sua struttura perchè territorio del crimine organizzato e della politica. “La sanità, per l’enorme giro di affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma”. Lo ha affermato non un malato furioso per il trattamento patito, ma il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. 

La sanità romana costa come o più di quella usuale in altre meteropoli europee. Ai cittadini  viene offerto però in cambio un servizio molto diverso da quello consoidato in paesi con tasso di corruzione politica minore. Le enormi risorse che assorbe il sistema sanitario sono drenate dagli abusi, lasciando i servizi scoperti, gli operatori in costante emergenza e i malati a se stessi. Un sistema nel quale l’umanità  della assitenza è sostiuita da una mera apparenza di servizio. Sulla carta negli ospedali romani tutti i sevizi necessari sarebbero forniti. Nella realtà un malato ottiene tali servizi con enormi difficoltà, subendo talvolta ingiustizie e prevaricazioni.  Se un malato viene considerato merce , sopratutto quando anziano si preferisce in un contesto degradata eliminarlo da un percorso di recupero o da dignitoso decesso. Che il ministro della salute invii l’ispettori al S Camillo non è certamente un segnale di cambiamento, ma la ricerca cinica di un capro espiatorio da fornire ai media. La sanità pubblica non può essere sanata procedendo per casi esemplari o capri espiatori. Si tratta di un paradosso incaccettabile. Appare pertanto ragionevole che il ministero della salute e la regione lazio  siano denunciati come responsabili del terribile evento  come dichiarato da Codacons. Speriamo tutti di cuore non sia un atto solo simbolico.

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