Alcalino: il cibo che sostiene la salute

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La distinzione tra cibo acido o alcalino per impostare una dieta è forse la più importante nelle valutazioni possibili, ma altrettanto la più omessa. Il cibo alcalino non è certo una moda, ma si tratta di un approccio validato da molto tempo e ricerche. Nel 1931 fù assegnato un premio Nobel in medicina al fisiologo tedesco Otto Warburg per per le ricerche sulla induzione della malattia neoplastica in ambiente povero di alcalinità. Nonostante che si conosca il significato di cibo alcalino da oltre 100 anni purtroppo questa conoscenza è frequentemente spesso ignorata. Il parametro non compare nelle valutazioni del medico, sulle etichette degli alimenti e nelle diete maggiormente prescritte. Il processo di lavorazione industriale del cibo e la grande distribuzione forniscono al consumatore primariamente cibo acidificante, con tutte le conseguenze che ne derivano.

L’organismo ha come obiettivo primario quello del mantenimento dell’ equilibrio tra acido e alcalino ovvero il pH, all’interno di un range molto ristretto. Questa necessità è ottemperata anche a scapito di altri parametri, organi o apparati, perché modeste alterazioni del pH non sono compatibili con la salute. Vista l’importanza del dato occorre promuovere un indicatore sulle etichette degli alimenti, che chiarisca al consumatore cosa acquista e mangia. Il parametri per valutare il cibo se acido o alcalino sono diversi, quello più significativo sulle pubblicazioni scientifiche è denominato PRAL. Il PRAL o Potential Renal Acid Load di un cibo è calcolato in base al contenuto di tale cibo in proteine, fosforo, potassio, magnesio e calcio, tenendo conto delle capacità di assorbimento intestinale dei singoli microelementi.

Gli alimenti a PRAL positivo sono quelli in cui prevale la componente  di tipo acido, mentre quelli a PRAL negativo hanno un carattere alcalino. Quando si dice acido o alcalino di un alimento non si intende il comportamento del cibo fuori dal corpo umano, ma il comportamento del cibo dopo aver terminato il processo digestivo. Su internet si trovano dati talvolta opposti tra loro se non si considera questa differenza fondamentale. Ogni alimento ha il potere di acidificare o alcalinizzare un organismo a seconda del suo impatto dopo aver terminato il processo digestivo. Altra cosa è il comportamento dello stesso cibo fuori dal corpo umano.  Squilibri verso l’acido di un cibo dopo averlo assunto, possono essere valutati attraverso la misura dell’escrezione acido netta o NAE, Net Acid Excretion. L’utilizzo del PRAL consente invece di prevedere il comportamento acidificante o alcalinizzante di un cibo prima di mangiarlo, caratteristica ideale per poterlo indicare nelle etichette dei cibi e informare il consumare.

Una condizione metabolica che tendesse verso l’acidità sarebbe tamponata immediatamente da vari sistemi omeostatici che conservano la vita, dato che il range di escursione tollerabile è piuttosto modesto. Il problema rilevante consiste nel costo di questa strategia, che è non di rado  coincidente con l’induzione di una malattia cronico degenerativa.  Le riserve di alcalino, ovvero la salute, non sono intaccate solo dala scarsa qualità del cibo  ma anche dallo stress patito dal singolo. Oltre l’esposizione a stress, anche molti prodotti chimici e i campi elettromagnetici si comportano in modo acidificante. II buon senso vorrebbe la diffusione di una etichettatura che indicasse il PRAL del cibo. al fine di consentire al consumatore una maggiore possibilità di valutazione relativamente alla scelta del cibo idoneo alla salute.