Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 8 pag. 185

Reckeweg

MTC e Omotossicologia

L’Omotossicologia, si sviluppò nel secolo scorso, grazie all’opera del medico tedesco Hans Heinrich Reckeweg, come ponte tra l’Omeopatia classica e la Medicina Convenzionale. Il suo contributo alla medicina, consiste in un modello scientifico di malattia ad evoluzione fasica e la formulazione di un elevato numero di rimedi. Secondo il modello di Reckeweg, le malattie appaiono a un’osservazione iniziale, come entità separate, ma sono tutte da valutare come l’espressione della lotta costante dell’organismo contro le tossine e omotossine, per il mantenimento della omeostasi. L’essere umano in lotta costante per la sopravvivenza, produce manifestazioni diverse a secondo di una successione di carichi di omotossine e della sua capacità biologica di gestirle.                                 Il modello della successione di eventi, che ambisce a riunire in una progressione biologica sensata i singoli eventi clinici, è sicuramente il primo dei lasciti di Reckeweg ai posteri.

La Medicina Convenzionale, attraverso la separazione di competenze medico specialistiche, è incline a concepire anche il malato come portatore di necessità terapeutiche riservate a queste competenze. La conseguenza di questa impostazione, è una definizione di malattia poco propensa ad evidenziare le correlazioni tra ambiente interno ed esterno e i complessi meccanismi di regolazione. Reckeweg ci offre, con la Tavola delle Omotossicosi, un modello unitario di malattia ad evoluzione sequenziale. Inoltre ci comunica che la malattia non è una risposta biologica erronea o insensata, ma la unica risposta logica ad una sequenza di eventi determinanti nella malattia, una soluzione.

Il secondo immenso contributo di Reckeweg, è la composizione di un vasto numero di rimedi, particolarmente validi sul piano clinico. Ad una prima analisi la composizione di un Homaccord o di un Compositum, può apparire ad un medico profano della materia, il frutto di un lavoro empirico di assemblaggio delle componenti. Si procede per tentativo e errore fino al raggiungimento di una composizione sufficientemente valida per l’obiettivo terapeutico prefissato.
Le combinazioni possibili, di vari rimedi a varie diluizioni, sono di un numero talmente elevato che al fine di definire un rimedio composto, è necessario un metodo.