Tra il sentimento di paura estrema e la perdita di controllo degli sfinteri esiste un legame. Nel linguaggio popolare di ogni cultura, c’è il riferimento con qualche frase idiomatica o espressione che evidenzia il legame tra la minzione incoercibile e la paura.

Anche questo comportamento possiede il suo significato biologico. In caso di un evento inaspettato e pauroso è più vantaggioso che vi sia il confronto, solo dopo aver vuotato la vescica. Per esempio, dall’attacco di un predatore si fugge meglio a vescica vuota.

Altrettanto significativo per il legame tra sfinteri urinari e paura, è il comportamento di altri animali nel marcare il confine del territorio, urinando. La paura di essere invasi nel proprio territorio è in relazione al comportamento di marcarne i confini urinando.

La stasi di tutte le attività configurante il sentimento di paura, è intimamente connessa al dolore. Per la MTC il dolore è conseguenza della stasi nella circolazione di energia. Fino a quando c’è movimento e circolazione non compare dolore, poi al momento nel quale la sequenza di eventi si blocca, compare imponente, il dolore. Quando arriva la Stuttività attuale compare il dolore.

Quante volte in seguito ad un incidente il dolore compare alla fine della reazione attiva, al momento in cui ci si ferma, quando si accoglie la stasi funzionale, tipica della paura. Dalla fisiologia sappiamo che nella fase di reazione o fase simpaticotonica, il corpo produce ormoni e mediatori biochimici idonei alla gestione dell’emergenza. Poi quando arriva la fase vagotonica di riparazione, compare il dolore, lo svenimento, il collasso, talvolta la morte.

Questo legame tra paura e dolore spiega perché il gemito costituisce la emissione vocale correlata. La lucidità pre-mortem è l’ultima crisi simpaticotonica, l’ultima a cui il gemito finale chiude il sipario. Questo gemito è l’equivalente, al termine della sequenza vita, di quel grido che l’aveva aperta con il parto.

Le emozioni sono descritte in MTC non solo per la loro corrispondenza con le Orbite Funzionali, ma anche in quanto caratterizzano un ciclo di vita. L’uomo nasce nel Legno, si compie nel Fuoco, si equilibra nella Terra, matura interiormente nel Metallo e muore nell’Acqua. I rapporti tra emozioni e Orbite Funzionali sono bidirezionali. Pertanto è preferibile usare il termine di Campi Emozionali. Le emozioni possiedono un’organizzazione temporale e costituiscono un aspetto più interno sia dell’Orbita Funzionale che del Meridiano corrispondente. I Campi Emozionali si definiscono tali anche in quanto esistono vie di connessione, ascendenti e discendenti, tra i vari livelli raggiunti dalle emozioni. Dunque una disfunzione orbitale modifica