Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 5 pag. 123

cervello

La assenza linguistica di parole idonee a distinguere i relativi significati è un deficit immenso che necessita di recupero. Senza le parole e senza espressioni idonee non si può essere consapevoli ne coerenti con la consapevolezza raggiunta.Ovviamente accanto alla ipercollera esiste anche lo stato opposto. L’ipocollerico è un individuo caratterizzato dall’incapacità di proiettarsi fuori di sé. Resta dentro e pertanto non ha il minimo coraggio di affrontare la vita. Il soggetto ipocollerico non sceglie, perché per scegliere almeno bisogna incidere nella totalità delle possibilità estraendo una possibilità. Questo gesto però richiede la decisione e la capacità di uscire di sé per compierlo.
L’individuo ipocollerico appare timoroso, vigliacco. Egli dubita costantemente delle proprie capacità. Il suo io è talmente fragile che egli non se allontana mai. Pertanto l’ipocollerico non può concepire il nuovo, ne la fantasia, ne la creatività. Al posto dello slancio di fantasia e creatività osserviamo invece la ricerca accurata dell’ordine e della pulizia. L’ipocollerico è meticoloso, pedante e accurato nei dettagli. Si tratta di un pignolo rompiscatole, che non riesce a partorire un singolo pensiero originale e quindi passa la vita ad ordinare i pensieri o le cose degli altri. Quante volte il medico nel corso dei suoi studi è stato esaminato da un collega ipocollerico. Si tratta di un esaminatore calmo che apparentemente non si arrabbia mai. Egli non comprende affatto la materia che dovrebbe insegnare. La ha solo ordinata nella sua mente in modo maniacale. Quando sfortunatamente si trova in un collegio di esaminatori è quello che spacca inutilmente il capello nelle domande.

Nel linguaggio popolare l’ipocollerico viene pertanto chiamato un “cervello parziale”. Ha imparato e ordinato tutto di un argomento. Sul suo campo è pedante ma possiede i dati come un computer. Non comprendo il significato dei dati che ha ordinato nella sua mente e inoltre in quanto vigliacco, spesso è vittima di un “cervello totale” che lo sfrutta. Nelle gerarchie assume spesso una posizione intermedia, alla quale dà una grande importanza. Da quel pulpito l’ipocollerico è servile nei confronti di chi gli sta sopra nella catena di comando. Con chi gli è sottoposto, egli si comporta invece in modo acido con un fastidioso ossequio delle regole formali anche oltre il limite di ogni ragionevolezza.

Quante volte nella pubblica amministrazione, in banca o alle poste ci siamo confrontati con un ipocollerico. Si tratta di “cervelli parziali” persone con perdita di Equilibrio di Fase del Campo Emozionale collera. Non di meno nella storia si sono resi responsabili di grandi atrocità. Infatti gli ipercollerici quando assumono un potere tendono a svuotare l’ambiente dei propri consimili e a riempirlo di ipocollerici. Questa categoria di persone infatti non si ribellerà mai e sono inoltre affidabili esecutori dei compiti più disumani.
Un torturatore, un aguzzino che si adopera con precisione nel compito assegnatoli da una autorità ed è spesso un ipocollerico.