Aspartame: perchè conviene fuggire

aspartame
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L’aspartame è un edulcorante chimico oggetto di numerose controversie inquanto lo si  considera connesso a malattie anche gravi.  Come  si evince dalla storia di molte altre sostanze sospette, quando insorgono perplessità nel inserire una molecola chimica tra gli alimenti, piovono studi che sostengono l’esatto contrario. Le organizzazioni sovranazionali usano questi studi che screditano le perplessità,  per convalidare l’uso alimentare o farmacologico di una sostanza sospetta. Gli studi a favore di un uso indiscriminato del dolcificante chimico, dimostrerebbero l’ assenza un rapporto causa-effetto tra  aspartame e malattie. Nonostante il persistere di polemiche e perplessità l’aspartame è stato approvato dalla FDA per l’uso nelle bevande gassate o meno e nei prodotti alimentari confezionati dall’industria.   A ruota degli enormi interessi commerciali connessi all’aspartame anche la commissione europea per l’alimentazione ha provveduto a dichiarare l’aspartame come sicuro. 

L’aspartame è pertanto un additivo alimentare autorizzato a livello europeo , classificato col numero E951. L’agenzia europea EFSA in un comunicato stampa del 10 dicembre del 2013 ha annunciato di aver concluso un’analisi su larga scala di tutti gli studi disponibili, dalla quale emerge che l’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono sicuri per il consumo umano  Mentre  le polemiche  non si placavano per nulla, l’aspartame si è comunque imposto come il dolcificante artificiale più diffuso al mondo. Le enormi implicazioni commerciali costituiscono la pressione e l’interesse a dichiararlo idoneo alla alimentazione umana. Tra le ipotesi più accreditate  per la tossicità di questo dolcificante si osserva la liberazione di metanolo, una sostanza tristemente nota. Oltre il meccanismo d’azione tossica diretta del metanolo, si ipotizza una  tossicità dovuta alla sua trasformazione in formaldeide ed in acido formico. L ‘aspartame potrebbe causare alle dosi utilizzate danni lenti e silenziosi tali da consentire a molti studi clinici di oscurarli. La scienza, quella vera, si batterebbe per un principio di precauzione, quando esistessero anche solo dubbi su una sostanza chimica, In base ad un principio di precauzione, una sostanza chimica non dovrebbe essere immessa nei corpi umani, fino a che non si dimostra  in modo inequivocabile sia che non causa danni, sia che è necessaria. Una sola delle due condizioni del principio di precauzione dovrebbe escludere la legittimità di uso.

In attesa di una etica scientifica e istituzionale che non sia assoggettata agli interessi commerciali, ogni persona che desidera mantenere la salute dovrebbe attenersi ad alcune considerazioni salvavita. La necessità di dolcificare un alimento è dell’industria che lo produce, non certo di colui che lo assume. Noto è infatti il meccanismo di dipendenza connesso al sapore dolce  che fidelizza il consumatore ad assumere alimenti che non dovrebbe. Se si decide comunque di esaltare il sapore dolce negli alimenti, non si capisce perchè sia necessario usare a tal scopo un prodotto chimico, piuttosto che uno derivante dalla natura. L’interesse delle istituzioni scientifiche e politiche a ribadire la assoluta sicurezza di un prodotto chimico, già da solo dovrebbe essere motivo di allarme per tutti. La medicina tradizionale cinese attribuiva il sapore dolce corretto a quello espresso dai cereali. Una maggiore esaltazione di tale sapore è stata indicata come possibile causa di malattie. La tradizione cinese, pur non potendo all’epoca prevedere le multinazionali chimiche, i governi e le organizzazioni internazionali , ha comunque indicato una via valida per tutti al fine di mantenere la salute.

La terapia, la cosmesi, l’igiene, la produzione del cibo e l’ambiente sono letteralmente invasi da prodotti chimici. La massiccia presenza di questi prodotti chimici è connessa a effetti collaterali e danni da conoscere per poter attuare strategie tese a ridurre il loro impatto sulla salute. Conoscere i prodotti chimici consente ai consumatori di minimizzare quando e se possibile il loro impatto sulla salute e sul benessere della persona e dell’ambiente. La qualità di vita dipende ogni giorno di più dalla capacità culturale del singolo soggetto per riconoscere in che modo egli è esposto alla chimica, soprattutto quella dannosa, consentendogli un minimo di autodifesa. Gli alimenti, le terapie, i prodotti per l’igiene e i cosmetici possono essere scelti dal consumatore o paziente con l’obiettivo primario di ridurre carichi impropri dannosi alla salute e di vivere in una corretta relazione con gli altri.