Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 7 pag. 176

homaccord

Non per nulla, uno dei pochi ricercatori ad esprimere un pensiero chiarificante in merito è Fritz Albert Popp, relativamente al concetto della coerenza di un segnale debole. Ovviamente parlare di segnale coerente, a coloro che basano la terapia solo sulla massa del segnale, è un compito concettualmente ardito.
La questione degli alto-diluizionisti e dei basso-diluizionisti ha portato nel corso della storia dell’omeopatia, anche a tentativi di compromesso o sintesi.

Alcuni omeopati hanno prospettato i metodi scalari. Ovvero, partendo da una bassa diluizione la elevano in tappe terapeutiche successive. I più arditi con un processo inverso, ovvero partendo da un’alta diluizione la riducono. Infine ci sono anche i sostenitori della somministrazione cosiddetta “a pendolo”: partono da una bassa diluizione, la elevano fino ad una alta, per poi fare ritorno ad una bassa.
Naturalmente si considera “a pendolo” anche il percorso inverso. Questa modalità di somministrazione è praticata per esempio, dagli omeopati antroposofici, quando dosano i rimedi a base di vischio su pazienti neoplastici.

Di questa modalità di somministrazione delle diluizioni, troviamo riferimenti significativi, anche nell’Omotossicologia. Reckeweg è sicuramente il più elegante, nel variopinto mondo delle diluizioni omeopatiche.
L’accordo di potenza con il quale concepisce la somministrazione contemporanea di potenze alte, basse e medie, è sicuramente una sintesi pragmatica e operativamente valida. Il rimedio Homaccord o Injeel, ma anche in molti altre tipologie di rimedio, è prevista generalmente la presenza di un sostanza omeopatica in triplice diluizione, per esempio D6, D30 e D200. La parola accordo, scelta da Reckeweg, pone l’attenzione sui rapporti armonici esistenti nelle scale di diluizioni. Uno dei primi a osservare tali rapporti, costruendo il proprio metodo di somministrazione, fu James Tyler Kent. La serie del Kent, assomiglia per certi versi, ad un Homaccord, seppur somministrata in sequenza.
L’omeopatia antroposofica, concepisce la contemporanea somministrazione di rimedi e diluizioni diverse, aprendo la strada ad un metodo. Sfortunatamente Rudolf Steiner, era un “nemico” delle alte diluizioni. Interessante notare: a Steiner, le alte diluizioni, non piacevano per il motivo inverso, rispetto al motivo per le quali non piacciono, alla Medicina Convenzionale. Steiner le riteneva troppo efficaci, sul paziente. Dato per acquisito che un’alta diluizione agisce sul piano mentale, al soggetto a cui viene somministrata, viene di fatto preclusa la fatica di comprendere e modificare, con un lavoro di consapevolezza, la propria sofferenza. In pratica per l’antroposofia, l’uomo si evolve necessariamente attraverso un percorso che include la malattia. Una visione sicuramente interessante dalla malattia, ma con l’ineluttabile conseguenza che l’omeopatia antroposofica, limita il trattamento alle basse e medie diluizioni. A queste, sono aggiunte una serie di altri rilevanti strumenti terapeutici caratterizzanti l’antroposofia, sui quali non ci dilunghiamo.
Le alte diluizioni, in terapia antroposofica, non sono quindi indicate né utilizzate.