Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 5 pag. 124

In quanto “cervello parziale” spesso non è pienamente consapevole di ciò che compie e ha pertanto minor sofferenza morale di quella che gli viene attribuita. Quando la sorte dell’ipercollerico che li comanda cambia allora si sottopongono con altrettanta solerzia al nuovo ipercollerico di turno. Se per caso il nuovo ordine condanna i loro gesti allora non hanno la minima difficoltà ad condannarli anche loro. Sono facilmente inquadrabili in una qualsiasi nuova catena gerarchica. Per questa ragione quando crolla una dittatura può darsi che il dittatore muoia di morte violenta. Gli ipocollerici al suo servizio entrano molto facilmente al servizio del nuovo ordine, che gli impiega per lo stesso o opposto lavoro. Se leggiamo un testo di storia, vediamo che di tanto in tanto gli ipercollerici devono affrontare una rivoluzione, una ribellione o il crollo di un sistema. Gli ipocollerci invece restano sempre allo stesso posto nella catena di comando.
Cambiano divisa, parole d’ordine, possono anche fare l’opposto. Anche l’opposto lo faranno sempre con quella meticolosa precisione e senza troppi perché. L’ipocollerico non può decidere, pertanto si collocherà facilmente accanto a qualcuno che lo farà per lui. In una coppia uomo donna talvolta un partner ipercollerico è in rapporto con un partner ipocollerico. Può funzionare se le qualità di questi individui formanti una coppia resta costante. Cambiamenti di questa compensazione portano altrimenti ad una rottura. In ogni caso quando osserviamo un uomo ipocollerico sposato ad una donna ipercollerica siamo portati a dire “povero uomo”. Ovviamente è altrettanto possibile uguale valutazione per la situazione inversa. In realtà questa è una compensazione comoda per entrambi fino a che dura. Una ipercollerica compensa accanto ad un ipocollerico, ma da questo reciproco accordo mai scaturisce collera positiva. I due semplicemente si incastrano uno con l’altro. Nessuno dei due è il carnefice e l’altro la vittima. Entrambi approfittano dell’altro. L’unica cosa certa è che in tale relazione difficilmente è in gioco amore. Si tratta semplicemente di un accordo che due individui possono reputare reciprocamente vantaggioso.

“Furio” personaggio reso celebre da un film di Carlo Verdone è una simpatica e precisa macchietta della condizione dell’ipocollerico. La insicurezza di sé, l’incapacità di decidere, di affrontare la vita con coraggio, di concepire novità, di proiettarsi verso il mondo vengono sostituite dalla inutile attenzione a dettagli insignificanti e dal rigoroso rispetto di norme tanto rigide quanto prive di senso.

Mentre il collerico positivo ha una condizione stabile sia emozionale che organica, sia l’ipercollerico che l’ipocollerico entrambi soffrono sulle Orbite Funzionali pertinenti ovvero OF Fegato e OF Vescica Biliare.
Ricordiamo “Furio” con gli occhiali dalle lenti spesse. Gli occhi appartengono alla Fase Evolutiva Legno e pertanto il personaggio del film è inquadrato correttamente sul piano energetico. Anche il nome “Furio” è perfettamente azzeccato, il personaggio viene denominato con ciò che maggiormente gli manca. “Furio” non possiede la capacità positiva di infuriarsi.