Neuroni inibiti dagli antibiotici

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Nuovi dati sulle conseguenze dell’uso eccessivo di antibiotici sono stati pubblicati sulla rivista Cell Reports dal Max-Delbrueck-Centre for Molecular Medicine di Berlino. L’Italia è il paese che consuma più antibiotici in Europa dopo la Grecia  e pertanto di risultati della ricerca citata sono importanti proprio in particolare per il nostro paese. Il consumo eccessivo di antibiotici  può causare  cambiamenti sulla flora batterica intestinale e microbioma, tali da rallentare  la formazione di neuroni, creando problemi alla memoria. Lo studio lo ha dimostrato al momento solo solo sui topi, ma si può temere che l’uomo sia un mammifero più fragile del topo in relazione alla esposizione ad antibiotici.  Nella ricerca ai topi sono state somministrati antibiotici ad ampio spettro, alterando il microbioma delle cavie.  Rispetto ai topi non trattati, quelli che hanno ricevuto gli antibiotici hanno mostrato meno cellule nervose nell’ippocampo,una parte del cervello essenziale per di immagazzinare le informazione e pertanto essenziale nello sviluppo di abilità .

Il danno provocato ai neuroni connessi alla memoria causato dall’eccesso di antibiotici è rilevanti per tutti gli esseri umani , ma in particolar modo coinvolge in modo molto particolare la gravidanza sopratutto nei mesi più critici per la formazione del sistema nervoso centrale. La distruzione del microbioma intestinale,  come causa per la minor efficienza e riparazione dei neuroni connessi a memoria rafforza la definizione dell’intestino come un secondo “cervello”. La relazione tra cervello è intestino è infatti sottolineata da molti altri filoni della ricerca medica.  A costituire la relazione tra intestino e cervello sono probabilmente le cellule immunitarie chiamate monociti Ly6Chi, il cui livello cala drasticamente se si altera il microbioma. L’effetto di inibizione sui neuroni della memoria può essere  annullato ripristinando la flora batterica con probiotici ed esercizio fisico. Nel momento che i risultati ottenuti sui topi si replicassero su uomo, evento almeno possibile allo stato dell’arte,  questo non vorrebbe dire che solo gli antibiotici interferiscono con il cervello, ma anche tutte le altre terapie o comportamenti che alterano il microbioma.  E’ possibile postulare un effetto simile con i chemioterapici e con i comportamenti alimentari meno attenti alla salute. L’uso di antibiotici nella produzione del cibo di origine animale e l’invasione di chimica in quello vegetale  interferiscono infatti altrettanto con la flora intestinale.

Interferire con la flora intestinale con le più varie condotte mediche o alimentari è già da tempo oggetto di dibattito. Purtroppo l’Italia è uno dei paesi più esposti ad un uso eccessivo di antibiotici le cui cause meriterebbero attenzione.  . La ricerca sui neuroni della memoria dimostra anche come i rimedi probiotici spesso sottovalutati in una terapia centrata sul farmaco chimico,  sono rimedi efficienti a tutti gli effetti da considerare sempre quando la salute di un paziente richiede una  somministrazione di antibiotici necessaria.  In tal caso alla fine del trattamento con antibiotico dovrebbe seguire la somministrazione di probiotici opportuni e un controllo sul ripristino della flora batterica danneggiata.  I batteri dimostrano ancora una volta di poter cooperare alla nostra salute e non meritano di essere definiti a priori la causa di malattie. Infine l’uso di probiotici praticato nella ricerca sui neuroni della memoria apre una nuova via di comunicazione tra il cervello e l’intestino, che potrebbe essere indagata  anche per il trattamento di alcune malattie psichiatriche.