Dismorfismo corporeo: una epidemia silente?

dismorfismo corporeo
dismorfismo corporeo

La dismorfismo corporeo è una forma particolare di paura ossessiva che coincide con una alterata percezione del proprio corpo e delle sue dimensioni.  La sofferenza coincide  con un’eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea. In alcuni pazienti, questa paura determina l’incapacità a costruire relazioni sociali e sessuali piacevoli, con conseguente isolamento. Il paziente può sviluppare comportamenti automatici e ritualizzati tesi ad evitare il conflitto sottostante. Il dismorfismo corporeo evolve talvolta verso l’anoressia nervosa e\o la bulimia, ma si tratta solo di alcune tra innumerevoli varianti del disturbo. Il dismorfismo corporeo si sviluppa con maggiore frequenza in adolescenza riguarda sia maschi che femmine. La paure possono focalizzarsi sull’intero aspetto esteriore o assumento tonalità ossessiva solo su una parte delimitata del corpo. In genere, le parti maggiormente interessate sono dalla malattia sono: seno, capelli, cosce e fianchi per le donne; torace, addome, naso, pene, testicoli e capelli, per gli uomini.

Il dismorfismo corporeo si determina attraverso una percezione di sè errata e da una successiva interpretazione di tale percezione tale da suscitare una reazione emotiva. Lo sviluppo del sistema nervoso centrale attraversa una fase di notevole importanza tra la nascita e il sesto anno di età. In tale fase di sviluppo il soggetto integra più dati nel proprio sistema nervoso che nella successive fasi della vita. Una dell’acquisizioni maggiori è la distinzione tra il proprio corpo e quello della madre. Durante lo sviluppo nel ventre della madre, il corpo della madre è percepito come il mondo e non distinto dal proprio. Gli apprendimenti del sistema nervoso centrale avvengono quali tutti nel confronto con conflitti che il singolo è chiamato a risolvere in fasi previste nella fisiologia e che possono talvolta essere alterate da eventi conflittuali per massa e intensità superiori alle capacità del soggetto che cresce. La capacità di distinguere il proprio corpo dal corpo della madre è la prima tappa della percezione di aver un corpo individuale. La seconda tappa di questo processo è l’applicazione di tale scoperta a finalità egoistiche. Nel dismorfismo corporeo il danno della alterata percezione del proprio corpo è pertanto da ricercare nel confronto con il corpo materno nei primi anni di vita. La piena applicazione a finalità egoistiche della percezione del proprio corpo avviene in genere con l’ adolescenza. Ogni conflitto nel raggiungimento di capacità biologiche desiderate dall’adolescente può diventare un disagio giustificato con la insufficiente dotazione ricevuta. La forma più comune di questo tappa del comportamento adoloscenziale è la richiesta di denaro ai genitori per far fronte a istanze di autosoddisfazione. In questa fase dell’ adolescenza una difficoltà nel procacciarsi il partner può nell’uomo essere attribuita alla percezione di aver ricevuto un pene di piccole dimensioni, nella donna un seno poco attraente. Si tratta solo di due esempi tra infinite possibilità. Nel caso singolo paziente affetto da dismorfismo corporeo, le attribuzioni possono essere  diverse e anche opponenti quelle indicate.

La dismorfismo corporeo è a tutti gli effetti il tentativo infantile di attribuire la colpa di un insuccesso alla dotazione ricevuta. Il vantaggio di tale strategia è certamente di essere sollevati dalla responsabilità, mentre lo svantaggio quello di non poter facilmente liberarsi del limiti che si è scelti. Il limite, la paura del limite e il desiderio di superarlo diventano a tutti gli effetti una notevole restrizione della libertà del paziente, tale da richiedere il più delle volte una terapia. La terapia convenzionale consiste nel migliore dei casi in psicoterapia. Spesso si preferisce la somministrazione di psicofarmaci, che quando somministrati senza associare almeno psicoterapia pongono un problema di corretta proporzione tra invasività delle terapia e sintomo espresso. Particolare attenzione deve essere posta in psicoterapia nella comprensione del “valore del sintomo” che, talvolta, può rappresentare un vantaggio secondario per il paziente. Forme evolventi di dismorfismo corporeo, all’interno di una condizione psicotica richiedono invece tempestiva terapia con psicofarmaci , perchè nel malato psicotico si osserva talvolta una progressione pericolosa di una dismorfismo corporeo verso la apotemnofilia o desiderio di auto-amputazioni. Nella apotenmofilia il paziente non ha un semplice disagio, ma odia patologicamente la parte di sé che ritiene imperfetta ed estranea, arrivando alla mutilazione dell’aspetto in cui si non si riconosce. Questi pazienti devono essere tenuti lontani dagli ambulatori e sale chirurgiche del medico estetico. Intervenire su una percezione errata o su una psicosi con un atto di medicina estetica può aggravare il disturbo. Il paziente affetto non sarebbe facilmente predisposto ad accettare cambiamenti del proprio corpo anche quando desiderati per anni.

In agopuntura il dismorfismo corporeo è collocato nel campo emozionale paura e riguarda le Orbite funzionali Rene e Vescica Urinaria. Il sistema nervoso centrale è il tessuto leso e il conflitto biologico implicato riguarda il valore e la sopravvivenza. La dotazione ricevuta dagli antenati è nella Orbita funzionale Rene che contiene la somma di tutti i nuclei cellulari e il sistema nervoso centrale. Alla costituzione ereditata si oppone in agopuntura la costituzione acquisita che ha sede nelle Orbite funzionali Stomaco, Milza Pancreas. Nel dismorfismo corporeo il conflitto implicato è quello della dotazione ricevuta dagli antenati e in particolare dai genitori. Il dismorfismo corporeo pone la tematica della creazione con un certa preoccupazione riguardo gli scopi e le abilità del creatore. Il rapporto creatura creatore è conflittuale per risentita insufficienza della dotazione ricevuta. A livello simbolico ci troviamo di fronte alla problematica di Adamo e Eva dopo il trauma del frutto proibito e il desiderio immediato di nascondere i genitali ovvero il più antico caso di dismorfismo corporeo. A livello biologico si tratta di un conflitto di valore nel clan la cui soluzione è risentita ancestrale e non acquisibile tramite un lavoro umano. Il dismorfismo corporeo è una delle rare situazioni conflittuali nelle quali si nega l’evoluzione darwiniana tramite i conflitti patiti a favore di una visione creazionista, quanto difettosa della condizione umana. Nella osservazione del malato sarà pertanto necessario procedere dall’analisi dei conflitti biologici dei primi sei anni di vita ai conflitti spirituali da adulto del soggetto esaminato.