Analfabetismo funzionale

analfabetismo funzionale
analfabetismo funzionale

L’analfabetismo funzionale è l’incapacità parziale o totale di comprendere il senso di un testo correttamente letto. La condizione implica il possesso della facoltà di leggere, ma la perdita parziale o totale di comprensione. Quando si è analfabeti, non si è per nulla in grado di leggere o scrivere, ma si mantiene la comprensione di ciò che si ascolta. L’analfabetismo funzionale limita maggiormente la libertà di  un individuo dell’analfabetismo semplice. Il soggetto interagiscei con tutte  le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ma senza potersi da loro difendere. Secondo dati OCSE in Italia il 47% della popolazione, quasi un italiano su due, si informa, vota, acquista e lavora, basandosi su una capacità di analisi  e comprensione soltanto elementare. In altre parole il soggetto affetto da analfabetismo funzionale interagisce con comunicazione e tecnologia privo di una visione complessiva e evidenziando deficit più o meno sostanziosi di comprensione basilare.La sociologia osserva l’analfabetismo funzionale in relazione a crimini e povertà. Il problema maggiore resta però la assoggettazione di vaste fette di popolazione ai massmedia, alla programmazione dei comportamenti voluta dal business e di conseguenza dalla politica.

Coloro che sono analfabeti funzionali possono essere soggetti a intimidazione sociale, induzione all’acquisto, rischi per la salute. Sono pertanto facili vittime di predazione politica e economica Il fenomeno ha gravi dimensioni in tutti i paesi studiati anche se nessuno raggiunge i livelli negativi di Italia e Spagna. In questi due paesi circa metà della popolazione  esprime in varia intensità un analfabetismo funzionale. Perfino in paesi virtuosi, per eccellenza dei sistemi scolastici e diffusione della lettura, si trovano percentuali di analfabeti prossime al 40%: così in Giappone, Corea, Finlandia, Paesi Bassi.  Il progetto ALL Adult Literacy and Lifeskills, nell’ambito di una ricerca comparativa internazionale promossa dall’OCSE, ha consentito di ragionare sulla gravità della situazione. L’analfabetismo funzionale è stato realizzato tramite strumenti diversi tra loro precisamente accordati in un preciso progetto. La parte rilevante del processo è stata relazizzata tramite la destruttuazione del sistema didattico operata in tutti i paesi negli ultimi settanta anni, in modo che formalmente evidenziasse una progressione della cultura, ma che in pratica realizzasse sacche di ignoranza rilevantissime.

A livello sociale si è premiata la supercompetenza e si è ridotta la cultura generale. La supercompetenza in un settore parziale consente analfabetismo funzionale su settori di informazione rilevanti per l’esercizio del libero arbitrio.  L’alimentazione media si è arricchita nello stesso arco temporale di molte calorie, ma di scarsa qualità, consentendo di ridurre tramite lesioni fisiche le facoltà cognitive e aumentando la disabilità. I sistemi sanitari sono evoluti attraverso la sommnistrazione di terapie sempre più aggressive, ma senza consentire ai malati da loro assistiti di comprendere il processo ai quali sono sottoposti. L’ambiente è stato inbibito in vario modo di sostanze tossiche, lesive in molti casi proprio per le funzioni cognitive. La comunicazione di massa e la prubblicità hanno trovato facili prede per gli obiettivi economici e pertanto politici precedentemente disegnati a tavolino. In questo contesto l’analfabetismo culturale diffuso consente di fare credere alle masse ciò che si ritiene utile, monitorando la efficacia del trattamento applicato attraverso i sondaggi. Occorre un sussulto di dignità e una espansione di consapevolezza per consentire all’essere umano di sopravvivere alla sfida più tremenda alla quale è sottoposto ovvero di essere posseduto.