LDL, il Colesterolo cattivo

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ll valore di riferimento per il colesterolo ‘cattivo’ o LDL , indipendentemente dal rischio, non dovrebbe superare i 100 secondo le nuove linee guida presentate al congresso della Società Europea di Cardiologia.Tali linee guida sono state presentate a Roma al congresso della società asserendo. che  un target di colesterolo entro 70-100 sarebbe fondamentale e non oggetto di controversie. Altri studi però contrastano con questa posizione, arrivando ada affermare anche il contrario, ovvero che un abbassamento del colesterolo possa non comportare un miglioramento della salute.

Sopratutto lascia perplessi l’affermazione della Società Europea di Cardiologia che i nuovi limiti per LDL sarebbero validi per tutti indipendentemente dalla stato di salute del singolo paziente. Fino ad ora i limiti per LDL consideravano rischio personale legato alla familiarita’ , alle malattie cardiache e al proprio stato di salute. L’atto medico è infatti caratterizzato dalla personalizzazione in relazione alla situazione clinica o preventiva del singolo.   A fronte di un continuo aumento della platea di persone che dovrebbero  assumere farmaci antidislipidemici, molto poco avviene in merito alla qualità della vita e del cibo assunto. Si osserva altrettanto e con molta tristezza che gli interventi sullo stile di vita in merito allo LDL sono a costo zero e molto efficienti anche su altre malattie oltre che su quelle cardiovascolari.

In uno studio  pubblicato sul British Medical Journal ovvero una metanalisi che ha passato in rassegna 19 diversi studi sull’argomento, il colesterolo LDL alto non sarebbe per nulla un fattore di rischio per le malattie cardiache nelle persone over 60, ma al contrario potrebbe avere un effetto protettivo nei riguardi di svariate patologie, tra cui le neoplasie. Il legame tra alti livelli di colesterolo LDL, considerato fino a oggi il colesterolo cattivo e  le malattie cardiache negli over 60 risulta non esserci. Al contrario Il 92% dei pazienti over 60 con colesterolo alto ha vissuto infatti a lungo o più a lungo di chi aveva livelli bassi di colesterolo. Nel restante 8% non è stata trovata alcuna associazione. Si tratta di una totale revisione di quanto sostenuto dalla Società Europea di Cardiologia. Secondo lo studio è necessario riconsiderare la prescrizione di farmaci antidispidemici, i cui effetti potrebbero essere opposti a quelli dichiarati. Altri studi evidenziano come il rischio cardiovascolare sia connesso alll’infiammazione cronica piuttosto che al LDL.  In campo medico occorre una prudenza prescrittiva, in quanto la conoscenza è sempre in evoluzione, superando talvolta verità che si ritenevano inviolabili. Meglio far prevalere sempre un atteggiamento prudenziale a beneficio dei malati e di un corretto rapporto con loro.