EU Menu: una indagine seria o insabbiamento?

Eu menu
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EU Menu è un progetto  dell’ l’EFSA  ovvero l’authority europea per la sicurezza alimentare  che intende fornire informazioni standardizzate su cosa mangia la gente in tutti paesi europei. La necessità di armonizzazione nella raccolta di dati sui consumi alimentari è necessaria per valutare il rischio che comporta mangiare. Tossici chimici sparsi in vario modo nella catena alimentare espongono i cittadini ad un danno salute . Arsenico, piombo, mercurio, micotossine, diossina, elementi radioattivi, interferenti endocrini, plastica e sopratutto farmaci assunti in vario modo mangiando, comportano un danno salute e costi connessi.  Gli stati membri dell’UE utilizzano metodi diversi per raccogliere dati sui consumi alimentari rendendo talvolta difficile effettuare analisi estese a tutta l’unione europea o fare raffronti tra un paese e l’altro. Con il progetto EU Menu  si dichiara di voler costruire un data base con informazioni standardizzate su cosa mangia la gente. Se spera che ciò non comporti la sottovalutazione del problema alimentazione, utilizzando l’autorevolezza di una importante organizzazione europea.

L’obiettivo di EU Menu, sarà quello di creare una banca dati su scala europea sui consumi alimentari. Per lavorare EU Menu  dovrà reclutare personale altamente specializzato, ma non implicato nell’industria chimica, operazione già da sola considerevolmente difficile. EU Menu, oltre a produrre una valutazione sui rischi alimentari dovuti a tossici, potrebbe diventare uno strumento utile per indirizzare politiche sanitarie  favorevoli alla salute e non alle aziende che producono alimenti, farmaci o chimica. Questo aspetto è quello che potrebbe incontrare non solo difficoltà, ma una vera e propria inversione degli intenti dichiarati. EU Menu per le caratteristiche descritte è esposto alle fortissime influenze di coloro che potrebbero ritenerlo lo strumento più idoneo a legittimare, promuovere o almeno prolungare l’uso di sostanze chimiche non sicure per la salute.

In attesa di un mondo migliore, meglio che ognuno valuti per sè ciò che mangia o assume in altro modo, scegliendo  consapevolmente. Sulle etichette, generalmente sempre troppo piccole per essere correttamente lette, si osservano diversi i sinonimi delle stesse sostanze chimiche. L’uso dei sinonimi e di  varianti chimiche della stessa tossina disorienta il consumatore e non gli consente una facile difesa. Il marketing delle aziende  tende da anni  appositamente a promuovere le varianti chimiche  o le infinite denominazioni di una stessa sostanza tossica. La conoscenza del singolo consumatore resta sempre la miglior difesa.  Conoscere i prodotti chimici consente ai consumatori di minimizzare quando e se possibile il loro impatto sulla salute e sul benessere della persona e dell’ambiente. La qualità di vita dipende ogni giorno di più dalla capacità culturale del singolo soggetto per riconoscere in che modo egli è esposto alla chimica, soprattutto quella più dannosa, consentendogli un minimo di autodifesa. Gli alimenti, le terapie, i prodotti per l’igiene e i cosmetici possono essere scelti dal consumatore o paziente con l’obiettivo primario di ridurre carichi impropri dannosi alla salute e di vivere in una corretta relazione con gli altri.